Laboratorio artigiano di ceramica


Le tecniche di lavorazione

Creazione di un pesce

La tecnica che maggiormente utilizzo per costruire tutti i miei pezzi è il "colombino". Si tratta di una tecnica molto antica e solo manuale, che consiste nel modellare un cordone d'argilla arrotolandolo su se stesso, allargando e stringendo per dare forma all'oggetto. Con lo stesso cordone o "spaghetto", torcendolo in vari modi, ottengo tutte le decorazioni, che rimangono in terracotta grezza. Tali decorazioni sono la caratteristica principale della mia produzione.

La tecnica del colombino, o lucignolo, è ancora oggi in uso qui in Toscana, per la lavorazione di grandi vasi da giardino (giare, orci) che vengono costruiti con l'argilla "galestro". Tale argilla prende il nome dalla pietra contenuta in essa, appunto il Galestro, molto diffuso in Toscana e in particolare nella zona del Chianti, dove affiora nei campi ed è impiegato nella costruzione delle numerose case coloniche. È questa l'argilla che preferisco lavorare da qualche anno, sia per le sue variegate sfumature di colore che per la resistenza anche all'esterno.

Il galestro mi permette di modellare oggetti più grandi usando la tecnica della "lastra", che consiste nello spianare una sfoglia di argilla con il mattarello per poi ritagliare la forma e modellare l'oggetto a seconda di ciò che si vuol creare (lampade, lanterne, ciotole ecc..).

Infine aggiungo sempre i decori a colombino, che rimarranno in terracotta grezza. I fregi di decoro li ottengo con l'aiuto di una trafila manuale, dalla quale fuoriescono dei veri e propri spaghetti di vario spessore e lunghezza.

Dopo la prima fase di foggiatura segue l'essiccazione e successivamente la cottura in forno a gas a 950 °C. Durante la prima cottura l'argilla cambia colore da grigia diventa rossa e si chiama terracotta o biscotto.

La fase successiva è quella della smaltatura e decorazione. La decorazione la eseguo con speciali pennelli in pelo di Vaio Kasan rilegati nella piuma d'oca, oramai introvabili e molto costosi. Per colorare uso gli ossidi metallici, tradizionali della maiolica Italiana, e della vicina Montelupo: il verde rame "ramina", il blu cobalto o "zaffera", il manganese e l'arancio castelli.

L'ultima fase è la seconda cottura a 920 °C, che serve a vetrificare lo smalto e a rendere il decoro indelebile nel tempo.

Fin dall'inizio del mio lavoro, ho sempre cercato di unire nelle mie maioliche, l'innovazione alla tradizione. A Voi il giudizio!!

Ceramiche Il Tafano